Sono giorni in cui siamo stati solo saltuariamente al pc e sempre con pochissimo tempo. Una specie di pausa forzata, di interruzione nell'accanimento diaristico. Giorni anche di pausa per noi, almeno fino a venerdì sera, quando ci siamo visti finalmente. Di questo fine settimana scriveremo.
C'è un momento di disaffezione col diario, o meglio di serafico distacco, vuoi che una relazione, anche quelle col diario, necessita di un'alimentazione costante della tensione, di attenzioni, di frequentazioni. E' molto anche che la squaw non legge, in realtà il poco tempo insieme lo abbiamo dedicato a noi invece che ai caratteri grigi su sfondo bianco di un indirizzo di rete.
Il meteo di un luglio andaluso mette al centro di tutto la natura, movimenti lenti, l'oziare pomeridiano. Capisci, frequentando i luoghi dove l'estate è gagliarda e la cultura ha ritmi sapienti di secoli, che siamo degli emeriti coglioni; dopo l'uomo che ride i deficienti che corrono, a prescindere dalla condizioni ambientali: neve, freddo, nebbia, caldo torrido, grandine o afa ammazza ippopotami, a correre come automi rimbecilliti, programmati, schiavi dei ritmi frenetici della produzione e del consumo.
E così il diario ha ricevuto meno attenzioni. Decisamente meglio sedersi sotto un pergolato, il limar di sega delle cicale, appisolarsi, fantasticando sulle sensualità lente coi colori d'oro d'orzo, col profumo di pini ed elicriso.
(blumania)
2 commenti:
:-) l'elicriso è il profumo di questa Terramia.
Anche.
Baci.
C.
Beh, nei versanti a sud delle emergenze plioceniche in arenaria e negli accumuli dei materiali erosi, anche qui, ciabbiamo elicriso mirto e ginestra.
'mmazza che profumi. :)
Specie l'elicriso, che sa di curry... (o è il curry che sa di elicriso?? scrat scrat)
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