sabato 17 ottobre 2015

Il doppio verbo - dieci anni dopo


Prima quattro anni. Poi dieci.
Il tempo fugge così orribilmente. Non so se... orribilmente. Il tempo fuggevole è il suggello di vita intensa, ricca. Forse non ha senso qualificare questo battito di ciglia.
Pensavo, l'altro giorno, che abitiamo ancora vicini e siamo diventati estranei, In effetti quell'aborto rescisse anche i legami futuri.
Eravamo sulle ali dell'innamoramento, due Icaro. Dopo dieci anni non è rimasto quasi nulla. Incredibile. Dal due che sono uno a così. Credevo che sarebbe stato un diario di un amore che avrebbe superato tutto. Beh, quando ci sei dentro ci sei dentro, non è una finzione.
Ci infiammava la nostra fantasia, la doppia penetrazione. Eravamo due ninfomani, A-Woman e io ci siamo stati veramente su ali divine per quel paio di anni.
Era perché avevamo ancora l'età per innamorarci?
Poi si sviluppò un doppio verbo, due linguaggi, due semantiche diverse, ovvero prendemmo atto di due vite che si rivelavano diverse, tanto la diversità mise insieme, tanto la diversità separò.
Rileggo, di tanto in tanto, alcune pagine e mi rendo conto che fu pazzesco nel bene, nel male, nella lussuria e nel dolore dell'incapacità di mancata metamorfosi, da innamorati ad amorati. Anche la sofferenza di non accettare i propri limiti.


("canaud", tinakazakhishvili)