Ci ritrovammo sotto casa dell'orsone. Mentre parcheggiva la AMMobile, dopo qualche minuto arrivò la squaw, parcheggiò anche lei.
Era tutto così irrealisticamente silenzioso. Gli disse che lungo la provinciale le avevano attraversato la strada una cinghioscrofa con un bel gruppo di cinghialetti grugnenti. Il sorriso autentico aveva rotto la cortina: era la morgana, la donna dei boschi e della natura che l'aveva fatto impazzire.
Una specie di ferro rovente cacciatogli dentro e girato, o una iniezione inconsapevole di adrenalina pre mortis diretta nel cuore. Ma era intorpidito, anestetizzato dalla cupezza dei pensieri che lo avevano sepolto dal primo pomeriggio. I frantumi dentro non reagivano in alcun modo a ciò che, mentre scrivo ora, era ed è l'eccellenza unica e speciale di UnaDonna.
Siamo saliti per le scale. Credo ci siamo scambiati qualche frase di circostanza, non le ricordo neppure ora. Era un trasferimento di due amanti alla ghigliottina della loro storia.
La casa dell'orsone era fredda, sia pur ordinata. Aveva messo a posto tutto nell'ipotesi, la mattina ancora del tutto probabile, che sarebbero tornati per dormire (incoerenza, no!? razionalmente aveva sepolto l'idea di andare alla cena di gala, emotivamente non aveva mai rinunciato a quel desiderio).
A-Woman era in piedi.
Accendo il fuoco.
Il primo dell'anno. Era un rito che ci piaceva molto. AMan lasciava apposto la casa quasi fredda nei venerdì dell'inverno. E poi arrivavamo e accendavamo il fuoco per goderci, ogni venerdì sera dei nostri, lo scaldare delle fiamme. Scaldava fuori mentre noi ritrovavamo il calore di noi vicini. E le fiamme di noi, i profumi di tuja amazzonica e di legna robusta, essenze tenaci e vitali.
Prese due poltroncine, vicine, a lato del caminetto, di fronte.
Si sedettero in silenzio.
Così non va.
No, AMan, così non va.
<silenzio>
Eravamo diventati estranei. Le mani di UnUomo appoggiate sulle ginocchia di lei. Ci guardavamo negli occhi e quando si faceva pesante, quando sentivamo di violare un'intimità altrui che non ci apparteneva più, ci voltavamo quasi insieme al fuoco.
Questa cosa ci crea un sacco di danni, A-Woman. Io non la reggo dentro.
Lo so.
E' meglio lasciarsi ora. Mi piaci ancora molto. Sarebbe un peccato che consumassimo l'amore di questi mesi fino ad arrabbiarci, a incupirci come oggi.
<silenzio>
Rimanemmo qualche minuto ancora davanti al fuoco. Il volto di A-Woman era tirato. Osservava, AMan, le rughe che si erano fatte di colpo profonde. Era il viso arato dalla tensione. Le fiamme barluginavano negli occhi neri, nelle pupille si vedeva il rilfesso arancionerossoambra, piccolo si muoveva. UnaDonna così amata diventata un'altra, in quel momento. Percepiva il dolore proprio e quello di lei. In silenzio. Purtroppo qui ora non ci sono le parole di A-Woman, cosa avrà visto nell'uomo di fronte?
Sono stanca.
<silenzio>
Vado.
AMan si alzò con lei, andò alla cassettiera a prendere il plico colla quale A-Woman gliela regalò. Sfilò la fede dall'anulare sinistro, la introdusse nella stoffa preziosa.
L'hai tenuta per restituirmela, esclamò.
Poi aprì un'altro cassetto prese le chiavi dell'abitazione e le restituì alla squaw.
Vieni, che ti restituisco le tue.
Il tempo di arrivare a casa di A-Woman e nelle mani di AMan tornò il secondo mazzo di chiavi.
Un abbraccio in silenzio. Così gracile, scricchiolava e gemeva.
AMan si voltò, un ulitmo sguardo, A-Woman chiuse l'uscio.
6 commenti:
mi dispiace molto vedere un amore così bello non crescere ... e cambiare ... cambiare è la vita non c'è vita senza movimento ... vi voglio bene
mardou
merda merda merda!!!!
Io continuo a pensare che tutto ciò sia assurdo...
che dure queste cose. dure. difficili. dolorose. dure.
dopo Albano e Romina, vi lasciate pure voi due.
non c'è più religione.
disse quella che, dopo mesi lunghi mesi a cercare di riprendersi il suo uomo, e di riconquistare la tenerezza, si è sfiduciata sull'ammore.
mi dispiace molto io vi sono vicino, vi voglio bene
I.
mi dispiace..
L.H.
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