A che ora? Cinque e mezza, davanti alla Feltrinelli.
Sono arrivato con qualche minuto di ritardo, avevo lasciato a casa le chiavi della bici, dalla stazione a piedi invece che in bicicletta. E' apparso il volto, vecchia ciabatta, sorriso da labbra ad occhi e ritorno. E poi un abbraccio, ti dice molto di un uomo un abbraccio. Qualche minuto e lei appare in fondo alla corridoio, seconda, secondo abbraccio.
Le labbra erano diventate esuberanti e voraci le orecchie. Ci siamo raccontati delle nostre peripezie, non ci eravamo più visti da quella volta a Ferrara. Erano stata la miglior coppia candidata "apriscatole", potenziale scardinatrice, menti e corpi brillanti e curiosi.
C'erano altri tavolini vicini. Tre Homo Sapiens che parlavano di eros, di sperimentazioni, di curiosità, di evoluzione, passione, fiducia, fede, acquiescenza, giochi a somma positiva e nulla, le impressioni femminili e quelle maschili, esterne. Credo abbiamo scandalizzato il folk elegante con discorsi sull'andare oltre, sui privé, di scopate a pelle, di quello che era un figo e me lo sarei chiavato, di doppie penetrazioni.
E che sostanzialmente, a me, piace il piacere della mia compagna, lo voglio tutto, prima durante e dopo e che da solo non me ne frega nulla.
C'è quel gusto delle capriole vissute e condivise, perché il resto è logica mente il gusto lo vivi, di parlarsi con cuore e sesso e menti in mano devi farlo, non puoi capirlo, lo devi sentire. Come in quelle cene di gala scambisti, dove ti metti a nudo, ci ridi e diventi un po' più forte e maturo e saggio, ti conosci e ti ami di più.
La loro sensazione, iniziale, confermata nell'incontro di ieri, è che A-Woman l'abbia fatto per amore, non le interessava. E che AMan è giusto che sia completo e non rinunci alla propria ricerca. Abbiamo parlato di coppia aperta, ma hanno capito che date le condizioni di vita, sarebbe (stata) cosa difficile.
Sembra una questione di corpi intrecciati e di promiscuità. E invece è cammino spirituale.
Abbiamo attraversato la strada. C'erano le cimbali, le teste rasate, lo stendardo, danzavano e cantavano Hare Krishna Hare Krishna Hare Hare... In centro, tra i negozi ricchi di merci e voglie bulimiche di consumo, il traffico degli autobus e gente del mondo, tre amici che si erano parlati di ciò che è energia e che fa paura, attraversavano la strada.
Libertà del mondo, libertà sopra ogni cosa, libertà di vivere.
(*auro*)
3 commenti:
:)
la libertà.... è il più grande dono che si ha nella vita... c'è chi è morto per essa... e noi poveri stolti non sappiarmo renderle onore.
Ben fatto!
x utente anonimo:
:)
x Errare:
La prima libertà è quella che c'è in testa. Ed è così sfuggrevole, oltre ad essere avversata in ogni modo, con ogni mezzo.
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