domenica 15 aprile 2007

Purezza feroce


  • Castigo para los que no practican su pureza con ferocidad.

    Guai a coloro che non praticano la propria purezza con ferocità.

    Mario Trejo, Argentina, 1926


Il dolore.

Il dolore che senti.

Dolore che comprendi.

Dolore che vivi.

Dolore che ami.


Ore sei dell mattina di sabato.

Pochi metri.

I piccoli riti erano senza di lei, senza di lui.

Le mosse del vivere dei giorni, senza di lui, senza di lei.



Ecco il dolore puro. Sistema immunitario d'anima allertato.

Dolore che capisci che non puoi, perché non puoi due da un'anima sola.

Avevamo reagito agli opposti.

A-Woman si difendeva nel pensare il peggio. Ecco, usciva la rabbia dei mesi, solo un copeta di smeriglio sulla ferita viva.

AMan era nel sistemare il casino della sua tana, atti implosi in sequenze di movimenti condizionati. C'erano lacrime da piangere da solo, c'era riuscito a spaccare il giocattolo dell'incanto. No, non cedere, non scendere, non chiedere, non porgere il tuo errore, non è degno.

Dolore che comprendi.

Dolore che tempra.


Era uscito di casa, freddo di sabato mattina d'aprile, era andato a sbirciare, di fronte a casa sua. Erano chiusi gli scuri.


Ti stavo odiando, AMan, ero sveglia e ti stavo detestando con tutta me stessa.

Ho deciso, ritorna per un attimo quello che fosti.

Mi sono arrampicato nel bosco, l'aria fredda, li ho colti, uno ad uno. Bianchi, azzurri e blu d'amore, gialli ed il verde di pace.

Poi su, e la vellutata. Scendi con quelli da lei. Non sarà duro, ma sarà di UnUomo.

C'era il bosco, quello del profumo della tua pelle, nel calice carminio e piccola pirotecnia nel pungo.

Aveva bussato, ore nove e quindici.

Aveva aperto.

Occhi scavati, guardano gli occhi. E poi le mani, la vellutata nella sinistra, il mazzetto di bosco nella destra.

Sono per te.

Sono stato feroce, con noi. Sono per te, ora.


S'erano alzati gli occhi di donna. E come una stilla pura un sorriso.

Nessun commento: