lunedì 11 settembre 2006

Non finiva

Sono passati alcuni giorni. I dettagli un po' sbiaditi. Erano rimasti i nostri messaggi. Eravamo sazi ed esausti, satolli. Sai, squaw che non ricordo più quando sia stato, ecco, rileggo un po' il nostro diario. Sabato mattina, prima di scappare dal tuo bimbo.

A metà avevamo riso, chi avrebbe immaginato che saremmo arrivatì a quello, sonnacchiosi come eravamo?

E' il tepore della carne sulla carne, di fiati caldi che respirano nelle orecchie, li ascolti, quei respiri col suono del vento, mentre ti sciogli per quei baci lascivi. Non, non pensavamo sarebbe finita così.

AWoman, hai sempre un guizzo, ad un certo decidi, dal mio fianco passi sopra e lì è l'inizio.

Ho ricordi sparsi, sprazzi. Una mano appoggiata sul tuo busto, i tuoi occhi verso miei, la mia mano che l'accompagnava. Non ero ancora bagnata, esternamente, non era ancora arrivata, lì fuori, la mia voglia, non ancora. Non è stato veloce, entrava istante per istante, piano, come i tuoi occhi nei miei, mi sentivo tirare.


Squaw, ricordi? ad un certo punto cedette tutto e come per incanto, sentimmo la carne di seta, quel contatto che arriva, ti solletica il fondo dell'anima. Eravamo senza, nudi, io in te, senza nulla tra noi.

Vedevo, vedevo i tuoi occhi chiudersi piano, il viso assorto. Te lo dissi anche, è come una piccola morte, eri una dea, silenziosa troia stravolta. Ma sai, che ora ho mi è arrivata un' altra immagine?

Impazzivo lì sopra, le tue mani. E tu, sei il solito furbone, mi dicevi, quasi sussurrate, ideee e immagini e parole che quasi non potremmo scrivere.

E perché?

Perché avevo perso il controllo, mi fanno perdere il controllo, non sono più io.

Non so più... l'immagine ? o quelle parole? Lo so che hai quel desiderio negato, indicibile, e io te lo ricordo. Quante mani vorresti? quanti mani, quanti falli per il tuo desiderio, quante bocche sulla tua pelle? Te lo dissi, un giorno, succederà, vorrò impazzire per il tuo controllo perso, la Caporetto, l'ingresso, la resa alle voluttà barbare.

Divento matta con te, mi fai matta. Estrai, diabolicamente, ciò che temo, mi fa paura.

Sono un bastardo, lo so. Voglio la tua resa che, poi, è la tua vittoria. E quando ti chiesi quanti ne avresti desiderati, non capii se fosse un un rantolo od un sì, te lo dissi ora: t'inculo. Come t'inculerò quando sarai già piena di un altro maschio.

Credo che fossi già venuta... è stato lungo, non saprei dire quando iniziò, era un mancare il fiato, un terremoto in me che non finiva.

Si, ricordo. E poi tu alzasti il tuo bacino.

Si, mi accarezzavi i seni, li hai presi in bocca, non capivo più niente.

L'ho preso e l'ho messo lì, alla porta proibita, no, non sarai tu a incularmi, lo faccio, io.

Mi ricordo, ecco, le tue mani che allargavano i glutei e i tuoi occhi chiusi, mentre...

Mentre mi mordevi i capezzoli. Si, ora ricordo, AMan, le mie mani dietro a farti entrare in me, fino all'ultimo.


Vestido eterno


(florgarduño)

4 commenti:

B226565 ha detto...

Ci sono volte che le cose che scrivi o scrivete sono così intense che mi viene da pensare di essere fortunato a non viverle - a non averle mai vissute - il mio cuore, la mia mente sono certo non reggerebbero.



E così tutto il rimpianto per la certezza che mai le vivrò si stempera nella dolcezza dell'accettazione di quello che sono e che ho. Grazie, per l'ennesima volta, per scrivere quello che scrivete.

corde ha detto...

Mai pensato che un cd vanilla non fosse trasgressivo.

La tavola è la stessa, le pietanze sono identiche. A volte penso che sia differente solo il modo di impugnare la forchetta.



Hadit

Sunlady ha detto...

oddio quanto scrivete, sono rimasta indietrooooo...

Un saluto pruriginoso... ^__^

AWomanAMan ha detto...

x B226565:

Ci ha intenerito leggere insieme, ieri sera, le tue parole. Tranqui, BeeTwentyTwo viene per tutti il tempo per la gioia intensa e sensuale.



x corde:

cd vanilla... ecco un riferimento uditivo. Si, gli ingredienti sono gli stessi, si preparano con procedimenti diversi, si mangiano secondo la moda locale



x Sunlady:

si, a volte rimaniamo indietro anche noi, che non riusciamo neppure a travasare tutto quello che vorremmo

ciao!