XIV

Mi ero destata, ancora nel buio. Mi avevi fatto quella sopresa, ieri notte. Hai rinunciato alle tue arti marziali per concedermi quell'accoglienza inaspettata.

Ci siamo addormentati, abbracciati. Finalmente, pelle su pelle, gambe su gambe, labbra su labbra.

Ripenso a ieri, ero veramente emozionata, quando visto che eri a casa.

Stamattina mi sono svegliata, e ti ho accarezzato. Il tuo respito era ancora regolare. Solo quello. Perché le mie mani si sono imbattute in qualcosa di grosso e duro. Hai idea di cosa fosse??

La tua voglia pesante, le tue mani leggere mi hanno estratto dal sonno. Sentivo quelle mani sui miei contorni. Nel buio quasi non ti vedevo, mia carbona. E tutto il desiderio di questi giorni era pronto. Stordito, ancora nel sonno, ti ho succhiata. Fino a sentire la polla li sotto.

Le mie labbra perse nel tuo busto, affogate nelle tue mammelle di burro e cannella.

Il mio cazzo obeso e sbruffone ti ha infilzata sullo spiedo della nostra lussuria. Sentivo il tuo fradicio, colare tra le pieghe del tuo inguine, sul mio scroto, seduta su me. E ho usato quel mosto per cacciare la mia anima, le mie dita nel tuo culo.

E' inutile descrivere le geometrie oscene, i piaceri lascivi nel silenzio scuro della notte. Solo mi ricordo che sono sceso, ho preso il cuneo e ti ho infilzata anche con quello.

Sentivo il grosso diametro, oltre a quella sottile membrana di carne, che mi strizzava il cazzo. Mi strizzava il cazzo e la mia resistenza. E ti entrava. E stringevo col braccio libero, ti stringevo a me, colla tua pelle, fino a schiacciarti i seni su me.

Ora taci, UnaDonna, tu hai già avuto i tuoi sussulti e l'acme oscena del tuo piacere.

Lasciami chiavarti, come desidero dal mio fondo profondo.

Ho sentito i tuoi rantoli. Ho sentito le tue mani sulla mia schiena. Ho sentito i sussulti, sussulti di quattordici giorni. Sei andato avanti qualche manciata di tempo.

Sentivo i tuoi sussulti e col tuo orgasmo in me eri mio, ero tua.

Data astrale h05.23_gio.09.febbraio.2006