Squillo

Ero salita e mi hai aperto la porta, un po' sorpreso. Abbiamo poco più di un'ora: AWKid è con suo babbo per una pizza.

Sono stati baci di qualche giorno, accumulati. Abbiamo preparato del cibo semplice: una semplice e perfetta pasta col pomodoro, sentivo tutti i profumi della primavera, li, fumanti nel piatto. Ho acceso il fuoco. E in silenzio abbbiamo mangiato. In realtà c'era il fuoco. E le tue mani, leggere, delicate, sul mio volto.



E i baci, i baci al sapore di grano, di pomidoro!? Li in silenzio, il crepitare della fiamma. Ho visto i tuoi occhi sui miei seni, sulle mie labbra, sulla pelle della mia pancia scoperta. L'hai sfiorata, quasi incredulo. Una finestra piccola sull'ombelico... Quanto desiderio.

Ho messo le tue mani sui miei seni. T'ho baciato, profondo. E mi sentivo andare, colare, giù nelle tue mani.

Hai provato a togliermi gli stivali. Ma no, non c'è tempo. Una piccola interruzione, recuperato il quadrato per lacerarlo ed estrarre l'anello lubrificato. M'hai stesa.



Squilla il cellulare: mamma, siamo a S.



Mi sono ricomposta. Su i pantaloni, rimessa la maglia. Hai aggiunto qualche legno.

Non so come mi sento, vorrei piangere e nello stesso tempo felice di aver passato quel poco tempo con te. Ti desidero. Ma non è solo voglia di sesso. Ho bisogno di sentirti mio, noi due, un'unica cosa. E' frustrante.