Due cancelli

Vai, fatti trovare a casa, il tuo bimbo deve trovare la casa pronta, accesa.

Hai dei pensieri che pochi avrebbero.

Fra mezz'ora esco di qui ~:O))))

Piglio la macchina tagliandata e arrivo.

Tra questa coppia di frasi, cancello di uscita e d'ingresso, due ore due di UnaDona, di UnUomo.

Si potresti pensare a quelle frasi che ci siamo parlati piano, labbra sulla pelle tua, frasi su questo scampolo di paradiso, termine abusato che stasera torna nel suo etimo.

Poi pensi a come sei umano, tra piatti microndati al volo, il traffico del ritorno che ti ruba minuti, tra il tubetto di lubrificante appoggiato accanto alla lattina mentre scrivi, il dildo complice, lo hai lavato e riposto, togli una virgola di pelo nero rimasto, lo avvicini, lo baci, lo sfiori colle labbra, sperando di annusare qualche molecola del suo odore. Del suo odore.

Preparativi goffi, col PC acceso: ci vorrebbe una panca, la poltroncina non va bene.

Siediti sul poggiapiedi, io ti starò a tergo, sulla sedia senza braccioli.

Mi viene da ridere...

Non importa, non sono perfetti attori bellifinti, vedrai persone normali, a volte sgraziate. Laide e vere nel loro piacere autentico. Addirittura un paio di ejaculazioni precoci. Neorealismo di coiti affrettati.

Stai seduta, non ti muovere.

Voglio baciarti, voglio baciarti, amore.

Non ti girare. Guarda. Devi guardare. ti farò impazzire e tu non potrai girarti. Non potrai distogliere lo sguardo. Fammi sentire... sei bagnata, molto bagnata.

E dopo, dopo qualche pulsare di sangue sotto, sopra, dentro, ho sentito le tue dita sull'orlo. Hio sentito quel circolare leggero che mi faceva liquida.

Ecco raccogli i capelli, tieni l'elastico; ecco, la nuca la voglio libera, mia.

Sentivo la carne di dita circolare, girare sull'orlo, i tuoi baci sulla nuca, la  tua lingua tra il trapezio e il lobo, nel padiglione delle orecchie. Ho tentato di girarmi e baciarti, sei stato deciso, una volta mi hai voltato il capo: guarda lì!

Quella femmina mi fa sesso.

E' brutta.

Si, ma è esplicitamente ingorda, guarda il suo succo di fica, rende lucida l'asta. I suoi seni come trippa che ballano nella cavalcata.

Lui è nero.

Guarda!



Sei bagnata, mia cara zoccoletta. Ti piace?

Si.

Immagini scorrono, sono distratta, chiudo gli occhi. Non resisto alle tue labbra sulle mie labbra, alla tua lingua tra labbra e clitoride. Quell'orlo diventa un precipizio che vorrebbe aspirarti.

Ed esse scappano, la tua lingua scappa sui seni, sulla loro ciliegia. Impazzisco, ti voglio baciare.

Guarda.

Non riesco.

Guarda!

Ora scendo. Sai cosa ti faccio, ora?

La testa tra le tue gambe, voglio il tuo sapore, succhiare il tuo liquido.

ehhhhhh

Poi ti entrerò. fino al punto.



Da sotto controllavo il tuo viso, il tuo guardare. Dall'audio, gemiti.

Ecco, questi sono palesemente falsi, esagerati. Sforzati. Non mi piacciono.

Guarda, ho detto, AWoman!

Ti ho portata, tra cicli e alti e bassi, ad un punto prima di venire. Indice e medio agganciati a quella nervatura che si tendeva e tendeva.



Ti sei fermato, ero quasi lì.

Non ti darò soddisfazione subito. Ti farò morire stasera, mi hai detto. E io che quasi senza respiro ti chiedevo di continuare, mi trattenevi sul precipizio, con tutta la vertigine che girava, girava, fiato  corto, tensione inesplosa.

Ecco, siamo arrivati all'ultimo episodio. Quella mora carina, quella che viene massagiata, avrà la sua doppia penetrazione, dopo il massaggio che le stanno facendo.



Non ho detto nulla, ricordo un respiro più profondo, ho indietreggiato leggermente il capo, alla ricerca della tua bocca, le tue mani mi tormentavano i capezzoli. Ricordo bene solo quel desiderio di baci.



Sono arrivati, sulle spalle e sulla nuca, ma non ti ho permesso di baciarmi.

Alzati, chinati in avanti.

Una piccola nocciola di lubrificante, forse meno del solito.

Vedo il tuo collo fine e i capelli che oscurano quei corpi rosarossi (troppo carico il colore in questo punto).Sento il tuo respiro  trattenersi.

Hai già accolto la mia cappella congestionata e obesa. Più facile delle altre volte.

Mi girava la testa, mi mancava il respiro. Sentivo solo il caldo in fondo alle mie pelvi, un anello caldo che entrava. La mora cavalcava e vedevo l'uomo, il suo cazzo in lei. Guardare o sentire?

Ho iniziato a muovere il mio bacino, basculava e si inarcava, premevo contro di te. Premevo e mi usciva l'anima, la mia anima ti riceveva fino all'ultimo centimetro.

Stai ferma!

Ora ti devi rilassare. Allargati. Ma stai ferma.

Mi sono seduto e ti ho aperto le gambe, sopra le mie cosce, all'esterno.

Senti come ti sto inculando? Senti? Ti piace?



Si, mi piace.

Da morire.



Ho detto di non muovere il bacino. Devi resistere. Dobbiamo resistere. Dovrai vedere.

Hai provato a penetrarmi colle dita. Ma non riuscivi da dietro, ad arrivare al punto. Mi hai alzata, sei uscito, mi hai fatto risiedere, eri davanti ora, sentivo le tue dita, ancora due, che entravano.

Ero un po'asciutta, ma è durato poco.

Sei un bastardo, perché mi hai riportato di nuovo prima di esplodere.

Ti conosco e ho sentito di nuovo la nervatura interna tendersi. E guarda caso in quel momento è arrivato il secondo maschio, lei l'ha ingrossato colla bocca.





Non avrai soddifazione subito.

Mi fermo e torno dietro di te.

Mi sono seduta di nuovo su di te: stranamente un poco più difficile accoglierti nel mio culo, anche con un poco di lubrificante. Ma ho spinto con decisione e calma sentendo la resistenza che cedeva e le pareti del mio ano sfregate dell'asta che entrava. A volte sono io che m'inculo di te, AMan.

Il cazzofalso era già pronto, accanto al monitor; mi hai detto di prenderlo.

Seduta di nuovo tutta su te, l'ho spinto, come hai voluto, Quasi difficile.

Ho dovuto farlo io. Ero stretta e mi sentivo spingere stretta dietro, davanti. Ho iniziato a muovere di nuovo il bacino...

Ascolta, ora.

Immagina che sia un maschio ora a penetrarti davanti. Sarai sempre seduta du di me, è un po' diverso da quelli li davanti, ricordi quell'imagine coll'uomo colle mani che ti piacevano? Ecco, così. Saremo così. Senti il suo bacino caldo che si avvicina al tuo, la sua pelle calda sulla plle fine e fresca del tuo interno cosce. Si appoggia. Ti entra caldo. Ora io non posso accarezzarti come farà lui. Io non ho quattro mani e ora le mie sono qui sotto. Ma le sue saranno,contemporaneamente sui tuoi seni.

E' una cosa che potrai provare solo con un altro maschio, insieme.

Puoi immaginarlo?

Si.

Voglio la tua bocca.

No, guarda avanti.

Sai che mi piace da morire quando mi parli così? Da morire.

Ero stretta e mi sentivo spingere dietro davanti. Ho iniziato a muovere di nuovo il bacino... a basculare il mio culo sul tuo perno che era in me. Ho fatto piano, te l'ho anche detto che temevo di farti male.

Male? Penetrati, dai, con decisione. Muovi il dildo, avanti e indietro. Dai!

E' pazzesco, lo sento anche io, sfregare sul mio cazzo, separato da un velo di carne.

Guarda, AWoman, guarda, ora!



Smetti di ansimare. Devi sentire i suoni della mora.

Ssst.

Ora.

Senti?

Si



E'un piccolo gemito. Il secondo cazzo l'ha entrata piano ora. Solo un gemito. Ora respira più lentamente e profondamente.

Vedi?







Hai borbottato qualcosa. Ora eri tu che ansimavi, UnaDonna. Io ti muovevo un po' tirandoti e spostandoti per i seni. Il tuo gemere ora è forte e copre, quello della mora.

Cazzo, anch'io scoppio, hai iniziato a cavalcarmi e il cazzosilicone spinge contro il mio. ora lo prendo io e lo muovo. Più forte.

Cazzo, cazzo...

Ho visto la donna che ha iniziato a muoversi sempre più forte, quasi a fatica tra i due uomini.







Senti il respiro di lei, è più regolare ora. Guarda, il viso disteso. Ora inizia lei a muoversi. Guarda.



Era decisamente lei che guidava ora il ritmo.

Vedi!?!?

All'inizio quel gemito per la sensazizone forte. Ora gode. Gode ed è ingorda.

Guarda, si muove più forte.





E io, seduta inculata da te, il dildo grosso davanti, facevo a gara colla mora.

Mi piace, mi piace, AMan, non capisco più nulla, so solo che mi piace un casino. Dai, muoviti, AMan, moviti.

Sentivo il mio orgasmo arrivare.

Non ho capito più nulla.

 

Solo dopo un tempo, ho sentito i tuoi rantoli, i tuoi baci.

Hai cliccato sul quadratino nero.

Non ho capito più nulla, tranne i tuoi baci sulle mie guance.

Come sono uscita di casa?

Vai, fatti trovare a casa, il tuo bimbo deve trovare la casa pronta, accesa.

Hai dei pensieri che pochi avrebbero.

Data astrale h21.07_gio.23.febbraio.2006