lunedì 2 febbraio 2009

Felicità peccaminosa

Venerdì ho visto La felicità porta fortuna (Happy go lucky) di Mike Leigh. Non è questione di questo diario, se non per la dinamica che caratterizza una parte dell'opera: l'istruttore di guida che, ad un certo punto, sulla graticola dovuta ai propri limiti, una miscela di incapacità di comunicare, timidezza, chiusura, misoginia, idee strampalate, arriva ad attacco violento, al limite del fisico, nei confronti della protagonista, rea di essere indipendente, vispa, allegra, innamorata, sbarazzina, colorata, realizzata, piacevole ... L'accusa di averlo provocato, di averlo tentato di sedurre. Il filone è quello del: - Ti stupro perché tu mi hai provocato, è colpa tua.

Sempre venerdì, sul corrriere, un articolo su di una poetessa saudita Aydah giunta alla finale di un concorso televisivo di poesia, nonostante i numerosi tentativi di ostacolarla e le disapprovazione generale. Anche la tribù Al Jahani, cui Aydah appartiene (il verbo è più che mai corretto, la donna appartiene alla tribù) e il suo stesso padre padrone non sono d' accordo con l'operato di Aydah. Il sito saudita Elaph scrive che la poetessa sarebbe stata minacciata di morte, perché poco importa che ella appaia sepolta nel burqa, nascondere il corpo non è sufficiente: la voce femminile è in sé erotica e sufficiente a suscitare pensieri peccaminosi.


Londra 2008, Arabia Saudita 2009.

Medioevo wahhabita e city tecnologica. Due cose completamente diverse. Si. Forse. Non è detto.

Fantasmi nelle teste di maschi e il loro frutto tossico, la misoginia. Piccoli maschi mediocri contro Donne che li surclassano.

5 commenti:

IoNonIo ha detto...

e però è importante che stia andando avanti nel concorso a furor di popolo. nell'articolo c'è scritto che ha avuto il 59% dei voti popolari. evidentemente le donne in massa votano per lei. ma magari anche qualche uomo... forse vuol dire che, nonostante i pregiudizi di cui sono piene le teste, la gente alla fine riesce a riconoscere e ad ammirare la forza e il talento di una donna. e per fortuna, nonostante l'opposizione della tribù, il marito invece la sostiene.

purtroppo l'"appartenenza alla tribù", come dici tu, nei paesi di cultura non occidentale è molto diffusa, e non riguarda solo le donne. in generale, l'individualismo è una cosa molto nostra. altrove non è così pacifico che gli interessi e la volontà del singolo debbano prevalere su quelli del gruppo. e per quanto la cosa risulti molto sgradevole anche a me, forse non ha solo aspetti negativi. da noi la supremazia dell'individuo forse è arrivata un po' al parossismo, della serie che ogni desiderio e interesse individuale è lecito o addirittura sacro. e le degenerazioni sono poi quelle della speculazione, dell'avidità e della sopraffazione degli altri in nome del proprio successo. certo però che anch'io mi sentirei molto soffocato in una società dove tu sei subordinato al gruppo, dove i tuoi desideri vengono dopo a quelli della tua tribù o della tua famiglia, o non vengono affatto; anche perché questo si porta dietro appunto il potere e il diritto degli altri di decidere della tua vita.

AWomanAMan ha detto...

(cohousing)

Splinder mi ha mangiato gran parte del commento

In breve:

... si ritorna alla socialità.

Lo zio Osho osserva che se sei egoista non puoi esimerti dal migliorare l'ambiente e contribuire alla qualità di vita del prossimo.

Il gruppo è come la coppia: se composta da mendicanti, scarsi, bisognosi, ammalati, sarà una struttura sociale scarsa, ammalata. Serve un'individualità attenta, non miope, integra, che ascolti dialogo interno, con anelito ecologico nel senso più ampio di ecologia anche delle relazioni e sociale.

Molto spesso è problema di individualismo miope, incompleto, scemo, piuttosto che parossistico, di negare, ciò che il tantra chiama overmind, la sovracoscienza che esiste e lo spirito di unità tra il piccolo ed il grande.

Deve esistere il sociale e deve essere fondato su individui con spirito.

Ochetta ha detto...

Non tutti gli uomini peccano di misoginia.

IoNonIo ha detto...

aman: sono d'accordo.

e poi, comunque, come notavi tu nel post, il germe della misoginia cresce negli uomini di ogni latitudine, a londra come nel golfo persico. e per fortuna, come sembra affiorare dalla notizia della poetessa, qualche speranza di un atteggiamento diverso può spuntare anche nei luoghi dove impera di più.

AWomanAMan ha detto...

x Ochetta:

Ci sono ancora uomini che riconoscono il valore della femminilità, la sacraliltà della Donna e dell'unione tra maschile e femminile.

Ci sono ancora uomini che sono filogini :)



x IoNonIo:

Ad un recente seminaio di Stefano Montanari, questi diceva: un suo insegnante, un luminare della medicina, gli diceva: le persone guariscono a dispetto dei medici.

Ora, l'amore e l'eccellenza vivono a dispetto degli sforzi collettivi che cercano di reprimerli.

Zì zì! :)