domenica 6 gennaio 2008

Nosocomio n° 5

E' stato un fine settimana casalingo, momenti intimi, prendersi cura e lasciarsi coccolare. Il malanno di A-Woman è, in effetti, alquanto invalidante. Venerdì sera era andato a prenderla a casa dei suoi, poi il viaggio, la notte, nell'incanto dell'Appennino, quasi trenta centimentri di neve candida cristallina e bianca, perfino la statale era bianca, deserta di traffico, solo noi e il silenzio ovattato.

Sabato è passato velocemente, nonostante fossimo lenti nei movimenti, nei ritmi; abbiamo sonnecchiato mezzo pomeriggio. Mi prenderò cura di te, voglio coccolarti le aveva detto la mattina. Era pazzesco, non potevamo sfogare la nostra tensione, ogni carezza, ogni bacio sfiorato aumentava il fuoco interno. Ed erano carezze tanto soavi quanto incendiarie. AMan è finito per titillarla, due volte. Andando a parare dalle parti di quel bottoncino; ormai lo chiamiamo l'accendiporca e ci ridiamo su. Tra le altre cose abbiamo riso spesso per le situazioni goffe. Ma non solo, La ciocialla di A-Woman risente ancora un po' delle strapazzate dell'ultima volta. Orsone, è stata la tua barba, quando me l'hai slappata. Che bestia!

La casa dei catorci. Nosocomio n°5. AMan le aveva promesso che l'avrebbe fatta impazzire per tutto il giorno. Ma durante il terzo giro, verso tardi pomeriggio, ha voluto sostituire il cazzo gagliardo alle dita. Mamma mia goffi come due trichechi. Così goffi che ad un certo punto siamo tornati a ridere come due scemi. Abbiamo capito che il ridere apre prima. Durante, in effetti, può essere assai poco erotico.


1 commento:

UnUomoInCammino ha detto...

Si, prima quella di tagliare le mani alle merde che li hanno lasciati in giro. Subito dopo di mettere una cauzione di 2€ su ogni contenitore, aumentabile del troplo dell'infazione ogni 2 anni.