giovedì 14 dicembre 2006

Acquiescenza

Acquiescenza

o - s. f. L'essere acquiescente; arrendevolezza | tacito consenso

(Garzanti.it)

o - s.f. Accettazione tacita e passiva

(DeMauroPavia.it)


Questa differenza esiste.

Stiamo diventando umani e, svanendo l'energia incontenibile del (primo) innamoramento emergono i nostri problemi di coppia, le diversità. Il confronto ci riporta a terra (eravamo molto alti, là in cima e più si è in alto e più l'impatto forte). Il conflitto, perché si tratta di un piccolo conflitto, può essere gestito verso l'esterno, attaccando l'altro, introspettivamente, considerando i propri limiti, o con una miscela dei due.

Estroversamente: mi viene acquiescenza.

Introspettivamente penso alla mia bulimia emotiva, a ciò che mi porta a divorare le passioni e a cercarne altre. Cercarne "compulsivamente"? A non essere stabile, hai detto. In effetti la stabilità, se scrivo ciò che mi viene dal cuore e dalla panza, è la tomba della coppia e della libido, mi sento mancare l'aria solo a pensarlo. Preferisco soffrire come due settimane fa e come ieri, la gioia e il tormento alla noja.

Il secondo pensiero è: dov'è finito il nostro giocare? Giocare è sbagliare e rialzarsi e continuare a giocare, imparare.


Non ti basta mai.

Ti sei seduta.


Ecco gli stiletti.



Ho visto foto di donne, di uomini, i giochi di coppie complici. Le foto dei loro capricci, della loro lussuria esibita e proclamata.

Le nostre icone? Acquiescenza. All'inizio sì, travolta dalla forza del movimento nascente. Ora, non più. Ma è solo una tessera del mosaico.

Fitte dolorose, i morsi del rimpianto e di un desiderio che sento svanire mese dopo mese.

Inizio ad invidiare la loro complicità. Non avrei certo detto così fino a sei mesi fa.

Forse devo odiare il tuo lavoro, come macchine schiave dei suoi tempi, delle sue dittature, il lavoro che ci ha rubato il gioco.


Dalla complicità all'acquiescenza, il lavoro che divora il tempo e le forze, i capricci che sfumano.

E la vita è corta, i mesi passano come folate di brezza o di vento.

Non so se sia finito un sogno. Dissanguato dal tempo che corre e dai tempi della vita che stritolano il resto del tempo.

O se sia uscita la bisaccia nera che ciascuno porta sulle spalle, il marketing è finito, come dicono gli Zadra.


Mi piaceva, mi prendevi la mano che ti porgevo, anche se ero io a tirare. Non la allunghi più la mano ora temo di porgertela. Forse è solo compulsivo porgerti quella mano, pretendere che tu la prenda, forse mi manca la semplicità.

Questo è un grosso e incasinato problema.

Benvenuti quaggiù nel mondo delle coppie umane.



(confusedvision)

7 commenti:

worldvoyeur ha detto...

bentornati sulla terra... portate sempre con voi un pezzo del vostro cielo.

ezraz ha detto...

passando saluto!

bacibà

entusiasmo ha detto...

ho chiesto consiglio a sissi (la mia bambola gonfiabile). ma lei è li che mi fissa a boccaperta senza (s)fiatare. a volte il silenzio dice più di tante parole. vi abbraccio.

Ggioia ha detto...

Per assonanza alla parola, mi viene in mente questa canzone di Sinead O'Connor.



The last day of our acquaintance



This is the last day of our acquaintance

I will meet you later in somebody's office

I'll talk but you won't listen to me

I know what your answer will be



I know you don't love me anymore

You used to hold my hand when the plane took off

Two years ago there just seemed so much more

And I don't know what happened to our love



Today's the day

Our friendship has been stale

And we will meet later to finalise the details

Two years ago the seed was planted

And since then you have taken me for granted



But this is the last day of our acquaintance

I will meet you later in somebody's office

I'll talk but you won't listen to me

I know your answer already



But this is the last day of our acquaintance

I will meet you later in somebody's office

I'll talk but you won't listen to me

I know your answer already

I know your answer already

I know your answer already

anonimo ha detto...

"dal momento che l'organizzazione sociale per esistere deve piegare ed utilizzare gli istinti erotici e distruttori del singolo, il prezzo della civiltà è la repressione e il suo disagio è la nevrosi" H.Marcuse - Eros e Civiltà

fenice31 ha detto...

un bacio...

angeljca ha detto...

sensazione di appiattimento, brrr... se uno si convince di qualcosa, questa finisce per essere. finché il sistema non si ribella, inevitabile... ciò di cui ci si convince - per ragioni varie - non sempre è ciò che realmente si sente.

arg!!! troppo prosaica? ;)))