Ci eravamo incontrati fuori dalla pizzeria-ristorante, nel parcheggio. Ci avevano descritto la loro auto e li abbiamo visti subito. I convenevoli iniziali, qualche scusa per il ritardo.
Abbiamo impiegato almeno 20' a decidere cosa mangiare, presi dalla mutua curiosità ed il cibo non era certo al centro delle nostra attenzioni.
A-Woman seduta di fronte a _ato, l'uomo, _lce e AMan dall'altra parte.
Si era parlato un po' di noi, di loro, della loro configurazione familiare, della nostra, di perché e percome erano arrivati allo scambismo. Poi verso argomenti via via inerenti i piaceri, i passatempi, desideri, aspettative.
Ci eravamo sentiti a nostro agio, questa volta più sereni rispetto alle precedenti due cene: _ato che apprezzava A-Woman, la stava seducendo con alcune battute simpatiche e altre un po' più goliardiche. AMan che ascoltava lei, a volte discorsi in quattro a volte due + due.
Ecco, noi un po' più silenziosi, loro all'attacco dei due orsi
Il tempo era fuggito, un boccone lento masticato dopo l'altro, come se fossero virgole e punti tra le parole e gli occhi e i ragionamenti curiosi e indagatori.
Siamo qui, con due scambisti "esperti". Ci siamo fatti anche qualche risata quando A-Woman chiese ad AMan come e perché li avessi scovati nello scafale sterminato di coppieoggetto.
Cercasi mentori, squaw. Qualcuno più avanti. Come se dovessimo imparare a sciare, chi sceglieremmo? Un maestro di sci o uno spazzanevista da campo-scuola?
Stavamo bene mangiando coun una coppia mentore, pasto passato veloce. Credo che se ci fossimo seduti ancora un po' ci avrebbero passato i panni delle pulizie sui volti e il cencio su piedi e scarpe.
Usciti, ecco freddo quasi freddo, ci siamo intirizziti velocemente.
E allora, che facciamo?
Dai, andiamo là. Ci siamo guardati, quel leggero senso di ebbrezza e stordimento cuasato dal vino bianco. Due sorrisi che parlavano da soli, come cuccioli che non vendono l'ora di uscire dalla tana e andare al primo gioco caccia.
Nel breve viaggio in auto quasi nessuna parola, solo un paio di domande sul fatto he stessimo bene.
A trasferimento compiuto il solito gioco dei documenti, della carta consumazioni.
Appena entrati nell'officina della lussuria.
Sulla pista, in mezzo alla parte pubblica del locale, una mulatta che stava ballando con un'altra ragazza.
Stivali neri, mini nera, top nero, capelli neri, occhi nerio, una mini romai ormai raccolta , arrotiolatasi in vita.
Baciava, seduceva, trattava l'altra come un palo per la sua lap-dance.
Un po' tracagnotta e volgare sembrava un souvenir kitsch.
Qualche bacio lascivo alla sua compagna, ci mostrava il culo nudo.
mercoledì 15 novembre 2006
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1 commento:
Che meraviglia caro.... Bllare sul cubo è sempre stata la mia passione. Con la gamba di legno poi... viene benissimo!
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