Ti avevo preparato un paio di uova in tegamino, col tartufo, arrivato in ritardo, dopo le 8, dopo meno di mezz'ora andato via. Una folata di vento.
Alle 10 a letto, a casa tua, ecco una luce accesa lasciata per l'orsone che tornerà.
Ho fnito, via, addirittura senza fare la doccia, risparmiare 20 minuti. Via, su a casa. Vedevo il barlume, da sotto. Un po' di freddo e vento di nebbia. E quel barlume tiepido nella mia casa. Ore ventitre e quaranta.
Il caldo mio della palestra ancora addosso. Che caldo, sotto i piumoni.
Con una gragnuola di bacetti ti ho consumata. Avanti e indietro. Dalla tua gota sinistra alla nuca. E viceversa.
Fino a destarti, le tue labbra socchiuse, un sorriso celato, i tuoi baci e sbadigli..
Ci siamo addormentati incucchiaiati, la tua mano sulla mia pancia, il tuo braccio intorno al collo, tra i miei seni.
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