Venerdì sera ci siamo trovati a camminare sulle Rive, ad ammirare la miscela mitteleuropea di architetture liberty, stile impero, eclettico della città, le architetture portuali di fine 800, il sapore asburgico di molte facciate e delle storie che hanno visto. Noi due.
AMan le ha fatto notare che c'era più di una donna che se lo mangiava cogli occhi.
Una piccola punzecchiatura, più a vezzo di intinità che altro.
Ci eravamo riposati ed amati furiosamente, appena preso possesso della camera. Un luogo delizioso e piacevolmente puccipucci nel cuore della città (abbiamo saputo che Cavana era il quartiere delle maledonne, delle donne per i marinai, Trieste non può fare certo eccezione)
E usciti vaccillanti e svuotati di energie ce ne siamo andati a vedere il mare. Giornata strana, 18° l'8 dicembre. Tempo mite. E soave. A camminare fino al termine del molo Audace.
Seduti sulla panchina, abbiamo cercato di capire se quelle bitte enormi ci avrebbe aiutato a fissare qualcosa di noi.
Mi ha preso tra le sue braccia, tra le sue gambe. I suoi baci sulle mie guance, le sue mani sui seni, a strizzarmeli come fossero quei pupazzi antistress, scemone, lo sai che ci vedono.
Col tempo mite ci siamo parlati.
Di ciò che è successo ultimamente nel nostro eros bizzoso, il 5 agosto, il 17 novembre.
Lo sa, A-Woman, non starà tranquilla, ha fatto un cattivo affare. Non sarà liscio come l'olio, non come il mare di venerdì sera.
Il timore è quello di lasciarsi andare, di perdere il controllo. Il resto lo sa, AMan, lo sa, lo conosce. Non deve invitare i matti a far sassate.
E il mio immaginario? C'è, c'è!
Ne conosco qualche pezzetto.
Sono così timorosa. Dopo quella volta (era il 2 giugno) e lo scazzo che seguì) tiro sei freni a mano, prima di dirti qualcosa.
Vedo il tuo sorriso, lo vedo e mi dice molto di più delle tue parole.
Lo sai, vero, qual'è un tuo desiderio... L'ho scritto prima di partire.
Sei un bastardo, AMan.
Sorrideva AWoman, sul molo Audace, tra le braccia di UnUomo.
lunedì 11 dicembre 2006
Sorrisi audaci
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6 commenti:
deliziosi rimandi sottointesi, mi creano intrighi mentali.
la tensione che c'è stata ha creato consapevolezza, perché è faticoso gestire le proprie ombre, no?
hai fatto diventare quel puccipucci un qualcosa di aulico!
cavana...molo audace...eh beh...
eravate proprio qui.
quante volte sono arrivato alla fine di quel molo. e quante volte la bora mi ha investito impedendomi di camminar diritto. ma a voi è andata bene, Trieste in dicembre raramente è così ospitale.
un caro saluto e la prossima volta che andate fino alla fine del molo fatemi un fischio. che ci facciamo due risate!
Bella Trieste in questo scorcio...
Ah, alla fine siete arrivati fino al termine dell'Audace molo come da consiglio!
Mica me l'avevate detto
Non ci fu tempo, uomo della friulandia.
Ottimo segno.
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