giovedì 25 gennaio 2007

Coffea Robusta

Mi stavo spogliando, è spuntato dal bagno. Sì, improvvisamente, non me lo aspettavo certo, dopo quella serata tranquilla, il fuoco ed il cibo. Era un po' sottosopra collo stomaco, mah, pranzi indigesti di lavoro diceva. Un paio di vicini a cena, invitati all'ultimo momento. Avevo preparato la ribollita e ha voluto che festeggiassimo, con un paio di ospiti.

Non ha potuto gettarsi sul cibo, sul mio cibo, bulimicamente, come avrebbe voluto. E così, uscito dal bagno avevo ancora le bracci per aria, stavo togliendomi la maglia, ha deciso che si sarebbe gettato tu me.

Ho visto lo sguardo.

Ho visto la luce.

Poi le sue mani su me. Le sue carezze.

Non credo volessimo far l'amore, in principio. E' venuto da sé, è accaduto.

Viso a viso, a stringerci. Era nudo, sentivo il suo  busto stringermi. Mi stringeva e poi gli occhi negli occhi. Come l'odore di una miscela di arabica e robusta in un vicolo del centro. Vivi e cammini e senti quell'odore di caffè, tostato, quell'aroma vivo ti porta lontano, in piantagioni esotiche,  in sacchi di juta e poi fino in piazza, Penazzi mani sapienti lavorano e torrefanno e tostano e l'aroma gira, intorno al castello, si, con la nebbia, tra le luci al neon o al mercurio, la sera, quando torni a casa.

E le sue mani, che giravano sul mio volto, poi sui miei seni, di nuovo a scendere per il collo, la schiena.

Era l'aroma del caffè, che portava piacere e schiume voluttuose, da leccare anche la tazzina, il bordo.

Mi ha chiesto che gli mettessi il cappuccio. Ha scherzato, ha detto che non l'avevo messo bene, i soliti gridolini scemi che fa fino a quando non mi metto a ridere e gli do dello scemone.

Mi ha presa per i capelli, mi ha girata.

Non vedevo nulla, sentivo i capelli, quasi fossero le redini di quel carro che porta i sacchi di caffè, la sera, al magazzino del Consorcio General Cooperativo de Café, a San Juan. Tutto quel brulicare di vita, di mani callose e rugose che scaricano il frutto del lavoro e fuori silenzio, i colori e il silenzio del vento, gli odori della terra e del caffè.

Sentivo il suo affondare, in me, le mani ancora sui seni e sui fianchi.

Si è chinato, la testa sotto il busto, mi ha fatto ridere, l'ho visto che mi guardava, tra noi la mia spalla, il mio braccio ed il seno sinistro, col capezzolo eretto, che penzolava nel vuoto, muovendosi con noi. Un po' stravolti, i visi deformati dalla gravità, ci siamo messi a ridere. Può essere così antierotico, ridere, goffamente, buffamente, ma ridi, che importa, ridi!

Poi l'eros ha ripreso le redini, vedevo solo le sue gambe, dietro, muscolose, belle, quanto mi sono piaciute, i muscoli che si contraevano e poi il respirare via via più affannoso.

I colpi dietro che attizzavano il mio piacere ed il suo scioglieri in me.


Stamattina me ne sono andata a far colazione al bar.

Avevo voglia di capuccino, quello fatto col caffè buono.


A Rainbow of Colors


(thombo2)

9 commenti:

LeMenageATrois ha detto...

caffè e sesso per la serie W la vita:)

saluti cari

Elle

Lividiefiori ha detto...

I vizi più piacevoli... ;)

ezraz ha detto...

...e poi dicono che il caffè non fa dormire....

bacibà

angeljca ha detto...

ce l'ho qui davanti il caffè, mi sono messa ad annusarlo. siete belli, certe miscele buone come la vostra non vanno perse.

dirkgently1 ha detto...

E poi uno dice che il caffé non è una religione!

entusiasmo ha detto...

io la mattina vado di fretta e mastico direttamente i chicchi.

LeMenageATrois ha detto...

Sì che cariniiiii li conoscevo al liceo questi giochini che ricordi:)

Saluti cari

Elle

mariastio ha detto...

il riso è un lato nascosto della sessualità femminile; è fisico, elementare, appassionato, vitalizzante e pertanto eccitante. è una sessualità senza scopo, a differenza dell'eccitazione genitale. è una sessulaità della gioia, per un istante appena, un vero amore sensuale che vola libero e vive e muore e di nuovo vive della sua propria energia. è sacro perchè è così salutare. è sensuale perchè risveglia il corpo e le emozioni. è sessuale perchè è eccitante e provoca ondate di piacere. non è unidimensionale perchè il riso si spartisce con se stessi e con tanti altri. è la sessualità più selvaggia nella donna.

è la clarissa pinkola Estés che lo scrive in donne che corrono coi lupi..gran libro..

io 'sta mattina invece ho bevuto un pessimo caffè..e l'ho migliorato con un po' di latte..ieri invece un gran caffè amaro tutto d'un sorso..

robesimo ha detto...

Vi leggo sempre molto incuriosita, sono contenta della vostra rinascita. da tutti i punti di vista, anche quelli letterari. Mi è venuta voglia di buon caffè, e anche delle braccia forti delle portano i sacchi!