Ieri ci siamo infilati in una zuffa. Quasi senza accorgercene.
Eravamo partiti da uno spunto su alcune questioni relative ai rapporti tra AMan e AWKid, poi le dinamiche della famiglia separata di AWoman, poi quelle con i suoi, infine quelle con... sé stessa.
Due punti di vista distinti, un confronto assolutamente franco: crescita personale, ecologia nei rapporti, il kaizen, nella semplicità a cui mirano, sono difficili, impervi e decisamente impegnativi.
Altro che agency...: ci sono state stilettate, vere randellate d'amore. Richiedono impegno, e, per una volta, poco, poco gioco.
Siamo arrivati alla nudità dei nostri limiti. Perché alla fine, se ci pensi, non te la puoi certo raccontare. Specie quando questo distoglie da responsabilità nei confronti di altre persone, vicine, importanti.
L'amore, gli affetti sono così rilevanti, come puoi pensare di non faticare per quanto di più prezioso?
E non c'è nulla di più deleterio di pensare che essi si sviluppino casualmente.
Nel giardino dell'Uomo c'è un sacco di lavoro: cimare, zappare, concimare, fresare, potare. Anche la potatura. In luna calante è l'unica cosa che possa far rigermogliare piante deboli e malaticce.
Il giardino dell'Uomo è salato di molto sudore e rugoso di calli e fatica.
Ci siamo allontanati, ieri sera. Eravamo lontani a pochi decimentri l'uno dall'altro. Ma fa bene. Abbiamo consultato le info per i prossimi giorni di vacanza. In cagnesco.
C'è un misto di atteggiamenti polari, antagonisti, l'orgoglio, l'incontro tra due vite e due culture, due cancri permalosi.
Fronte freddo e fronte caldo. Un temporale robusto, in mezzo.
Poi torna il sereno.
P.S.
AMan mi hai preso in giro, alla fine. Bastardo, stronzo
Ripetevi "Non ci sono problemi. Va tutto bene". E se ti stufi, cambia frase "Va tutto bene. Non ci sono problemi". E quella frase mi frulla in testa.
AWoman, quelle tue frasi alla fine, mi hanno dato fastidio. Sarebbe molto più facile parlare di Qui, Quo e Qua. Non c'è nessun motivo per cui debba usare dell'ironia per il tempo che ti ho dedicato, che ci ho dedicato. Con amore. Avresti potuto risparmiartele.
2 commenti:
Potare... Mi ha colpito questa parola. Potare, recidere... è sempre molto doloroso, ma apre la strada per nuovi germogli. Anche se è difficile capire quando un ramo è veramente secco o se invece ha solo bisogno di un po' di cure (acqua, concime, ecc).
_zzzz
Cicciuzzzz
C'è una condanna (che sia questo il peccato originale) ed è la resistenza folle che abbiamo al cambiamento, che blocca tutto, fino a quando si cambia con fatica o con dolore.
E' appurato, in piscologia, che il cambiamento, la potatura del vecchio, avviene quando il dolore supera la paura, il dolore che si ha per il nuovo.
Si, c'è anche il rischio di non sapere. A volte diviene una scusa per differire, per non intervenire. Siamo così bravi a raccontarcela.
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