- Io sono una 'lavoratrice del sesso', come direbbero le mie colleghe americane. E questo, molti giornalisti che hanno scritto degli articoli su di me o mi hanno invitato sui set televisivi, sembrano averlo dimenticato. I media hanno molto parlato del mio 'discorso intellettuale', del mio percorso, talvolta del mio femminismo, e troppo spesso dei miei studi di filosofia. Come se fossero aggrappati a delle cose rassicuranti che permettessero loro di dimenticarsi ciò che li infastidiva veramente e ciò che non riuscivano a capire: io ero, e sono, una donna che fa film porno davanti e dietro la cinepresa.
Ovidie Becht da Porno manifesto
Via Kristalia sono arrivato ad una pagina interessante, Pornografia a buon mercato? relativa ad un articolo Il rovescio della medaglia di Isabelle Sorente sulla questione delle disumane condizioni di lavoro nell'industria della pornografia. Premetto che non ho letto gli altri commenti, a parte l'ultimo di sdrammaturgo, che condivido appieno.
Vorrei affrontare la questione in maniera del tutto laica e con distacco, condizione oltremodo necessaria in un contesto che ha a che fare con il sesso e con pregiudizi moralisti(cheggianti) abbondanti di aneliti alla redenzione che da sempre accompagnano ciò che attiene a questa sfera. La logica dello sfruttamento delle persone, dei (nuovi) lavori schiavili è tornata a permeare la società. E' un ritorno peggiorativo, perché, per quanto gerarchico e sfruttatore, il rapporto in epoche precedenti tra padrone e schiavo/servo, era un rapporto con i pro e contro di una qualche sorta di frequentazione ed umanità. Ora, l'immigrato ghanese che raccoglie pomidoro in provincia di Foggia, le migliaia di vittime a Bophal della Union Carbide, il genocidio degli indio espulsi dalla foresta amazzonica distrutta per legname e allevamento, i lavoratori morti di mesotelioma nell'industria dell'amianto, dall'altra parte non hanno una persona o una famiglia, hanno una multinazionale, un caporale, un processo, entità non umane disumane e disumanizzanti.
L'industria lucrativa del porno può essere diversa?
Non penso che gli speculatori azionisti di quelle società siano diversi dagli altri e quindi migliori. La materia e i prodotti che trattano hanno a che fare con il sesso ed esseri umani, è una diversificazione merceologica, non etica. Prendete un atto piacevole, ad esempio andare al cinema o cantare o... giocare a calcio. Ora iniziate ad aumentare progressivamente dosi, impegno, continuità. Non potete dire più di no, bisogna finire entro il... , la produzione deve essere completata entro il... Non si tratta di quintali di pomidoro o di pallioni da calcio cuciti in una giornata ma di serate e concerti o di partite a calcio. Tempo addietro, in occasione del patatrac al ginocchio di ASquaw, lessi un articolo sul fatto che molti giocatori di calcio subiscono interventi sui legamenti crociati del ginocchio il cui scopo è rimetterli in campo più velocemente possibile, fermo macchina ridotto al minimo. Tecnica adottata, mancanza di tempo per la guarigione, materiali usati sono dei boomerang, delle bombe ad orologeria.
Questa estremizzazione disumanizzante delle condizioni di lavoro è quanto descritto anche nell'articolo di Isabelle Sorente relativamente al lavoro quasi schiavile nell'industria della pornografia. Il mercato del porno non è diverso dagli altri mercati, la scala planetaria e industriale ha peggiorato drasticamente le condizioni generali a beneficio di pochi, si sfrutta indegnamente il corpo delle persone nelle sue parti sessuali invece che in altre, sono le vagine o gli ani ad essere abusati invece che le mani, i polmoni o le ginocchia o ...
Cosa si fa nel mondo dell'eco-nomia etica e solidale? Si torna alla filiera corta, si controllano le produzioni, si conoscono i produttori e la sostenibilità di vita, si accetta di un prezzo maggiore che contiene il prezzo di qualità e garanzie etiche sociali ed ambientali. Così può essere anche nel mondo della rappresentazione esplicita dell'eros. Produzioni volontarie di artisti del sesso, anzi, autoproduzioni, gestite in proprio, senza alcuna forma di sfruttamento altrui.
Questo può essere un criterio per determinare un rapporto economico equo e che garantisce libertà di impresa e di guadagno in lavori che comportano uso di parti sessuali del corpo, rifiggendo come la peste da crociate moralizzatrici tanto pruriginose quanto sessuofobiche.
Coproduzione, economia etica, qualità invece di quantità, ecologia. Dovrebbe funzionare ed essere così nel resto dell'economia o, sarebbe più corretto attualmente, nel resto dell'antieconomia. Non ci sono motivi per i quali il settore della pornografia debba avere dinamiche diverse.
P.S.
In rete ho trovato un video che documenta il dolore e l'antitesi di eros. Questa è una degenarazione completa che nega i suoi presupposti oltre alle persone che ne fanno parte.